☠️ 43 gradi, 127 km di inferno. 80 equipaggi, un solo vincitore.
Altro che mezza estate tranquilla. L’Italian Baja 2025 ha ribaltato il Friuli come una scodella di polenta lanciata in curva. Temperature sahariane, polvere come farina di guerra e 336 eroi “invisibili” lungo il tracciato per tenere in piedi una delle gare più roventi della stagione off-road.
Chi c’era, lo sa.
Chi non c’era, può solo leggere e rosicare. 😎🔥
🛣️ Il tracciato: da Valvasone all’inferno (e ritorno)
Il menu dell’edizione 2025 è stato servito su un letto di sabbia, rocce e mais secco. Si comincia con lo shakedown da 6 km a Valvasone: una passeggiata di rodaggio che dura meno di un respiro.
Poi il prologo da 8 km a Cordenons, fondamentale per decidere la griglia di partenza. Chi pensa sia solo una formalità è già nei cespugli al km 3. 💥
Ma è il venerdì che parte la danza:
🚜 Due giri da 35 km tra Mortegliano, Rivignano e Palazzolo dello Stella.
Un festival di derapate lungo argini, coltivazioni e strade d’altri tempi, con le gomme che urlano vendetta sotto il sole assassino.
Poi arriva la prova-macigno: 127 km di deserto friulano da ripetere tre volte, fra Cordenons, Valvasone, Dignano e San Giorgio della Richinvelda. Ogni giro più distruttivo del precedente.
Il fango secco si frantuma, la polvere diventa sabbia, le buche diventano trappole. Chi sopravvive, può davvero dirsi pilota. 🏁
👷 Gli invisibili al fronte: 336 anime e 43 gradi all’ombra (senza ombra)
Parlare solo dei piloti è come fare la carbonara senza pecorino.
Dietro ogni curva segnalata, ogni “ok via libera”, ogni pilota disincagliato da un fosso… c’è una rete di 336 postazioni umane: radio, capisettore, meccanici, recuperatori, pazzi eroici.
A 43 gradi sotto il sole, senza un metro quadro di ombra, hanno fatto scorrere la gara come olio da motore sintetico.
Corde, strop, tiraggi, comunicazioni continue, sorveglianza totale.
E poi i media man a caccia dello scatto perfetto tra i paesaggi da urlo del Friuli Venezia Giulia. Noi? A bordo di una Jeep Rubicon, a rotta di collo tra fango e bellezza. 🤘📸
🌍 I piloti: 80 equipaggi, 4 continenti, una sola lingua: il rombo
Ben 36 veicoli per la Coppa del Mondo, altri 44 per il Campionato Italiano (e molti ungheresi, perché la gara contava anche per loro).
Tra i grandi nomi, Juan Cruz Yacopini non ha perso tempo: Toyota Overdrive e via come un proiettile.
Ma occhio, perché Martin Kaczmarski lo ha seguito come un’ombra. Terzo Vanagas, sempre Toyota.
Peggio è andata a Recuenco, spagnolo sfortunato: ha aspirato acqua al prologo ed è finito a giocarsi le retrovie.
🔧 Nella categoria veicoli di serie, dominio assoluto del polacco Wajzer Bartlomiej su Toyota KDJ155. Un solitario samurai su quattro ruote.
🏆 Nella categoria nazionale, grande ritorno di Frantisek Brutovsky del Ming Team Racing, post incidente.
Da segnalare anche i 5 mezzi dell’R Team di Ricky Rickler, i tre Nissan Tecnosport (di cui due arrivati) e la vittoria finale per Mengozzi e Tassile su Toyota.
📊 Tutte le classifiche? Sul sito ufficiale
Se vuoi sapere chi ha vinto, chi ha spaccato, chi si è piantato e chi ha lasciato pezzi di telaio nella sabbia:
👉 www.italianbaja.com





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