Benvenuti all’inferno polveroso dell’Aragón, dove i motori gridano più forte delle cicale e i piloti giocano a fare i gladiatori del deserto. La Baja Aragón 2025 è stata l’ennesima dimostrazione che qui non conta solo avere cavalli sotto il cofano, ma anche fegato, nervi d’acciaio e una buona scorta di gomme di ricambio.
La corrida dei 4×4 🐂
300 concorrenti in campo: moto, quad, auto, SSV, camion. Un festival del fuoristrada che trasforma Teruel nella capitale mondiale della polvere. Prima giornata: verifiche e test a Masia Pelarda, un parco giochi costruito da David Nadal dove i 4×4 vanno a scuola di sopravvivenza. Poi il prologo: 7 km veloci e insidiosi tra le montagne di Gea de Albarracín.
Il weekend? Un massacro programmato:
- sabato: 185 km + 135 km di speciali
- domenica: altri 140 km, in gran parte sullo stesso terreno
Montagna secca, polvere ovunque, caldo bastardo. Nonostante qualche pioggia, il terreno era duro come cemento armato.
Gara da infarto: due secondi! ⏱️
La categoria FIA è stata una battaglia all’ultimo granello di sabbia:
- 1° João Ferreira (Toyota) – il portoghese volante.
- 2° Nasser Al-Attiyah (Dacia Sandrider) – solo 2 secondi dietro! Mai visto nella storia di questa gara un distacco così ridicolo dopo centinaia di km.
- 3° Nani Roma (Ford) – eroe di casa, foratura maledetta, ma showman assoluto. Meritava di più, ma la sorte è stronza.
Gli italiani? Mirko Brun (navigatore dell’inglese Tuthill) chiude 27° assoluto al debutto con l’Oryx T3: applausi. Amerigo Ventura, invece, deve masticare amaro: problemi tecnici e 52° posto.
Dietro le quinte: un esercito invisibile 🚧
La Baja non è solo motori e polvere: dietro c’è un esercito di oltre 700 volontari che piazzano frecce, fettucce e cartelli come se fossero chirurghi del caos. Ogni curva segnalata, ogni salto marcato. E il tutto coordinato dal Direttore del Percorso, Javier Vicente, che meriterebbe una statua solo per aver convinto comuni e ambientalisti a lasciar passare questa orda di mezzi infernali.
Conclusione: la magia della Baja ✨
Gare infinite, distacchi ridicoli, polvere negli occhi e nei polmoni: questa è la Baja Aragón. L’evento che ha inventato il concetto stesso di Baja e che ancora oggi dimostra come, in un deserto spagnolo dimenticato da Dio, la passione e la follia possano creare lo spettacolo più crudo del motorsport.




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