Se hai paura di sporcarti le mani, vai a fare yoga. Qui si corre per la gloria. E per non morire disidratati nel cuore infuocato della Baja California.
742 km di inferno tra Ensenada e la leggenda: Alan Ampudia e Lynn dominano una delle edizioni più feroci di sempre.
🏜️ NON È UNA GARA, È UNA GUERRA
Questa non è la classica passeggiata nel deserto. La Baja 500 è la madre di tutte le botte meccaniche, la sorella incazzata della Dakar e la zia ubriaca del WRC.
Siamo a Ensenada, Baja California. Dal 4 all’8 giugno 2025, 742 km di inferno si sono stesi sotto le ruote di chi osa definirsi “pilota”.
Nessuna pista. Nessun margine d’errore. Solo sabbia, roccia, cactus e dolore fisico. È un rally che ti guarda negli occhi e ti chiede:
💬 “Hai il fegato o sei solo un altro influencer con la GoPro incollata alla fronte?”
⚙️ MEZZI? NO, CAVALCATURE DEMONIACHE
Nel bel mezzo di questa apocalisse su quattro ruote, a dominare la scena ci pensa Alan Ampudia, un nome che ormai è sinonimo di “padrone del deserto”.
Il suo Trophy Truck? Una bestia di metallo e testosterone, verniciata col sudore dei meccanici e alimentata a vendetta.
Dietro di lui, Cameron Steele piazza il colpo nella categoria 2WD e lo fa con la freddezza di un chirurgo e la violenza di un cavallo imbizzarrito.
🎯 Chi non ha mai visto una Trophy Truck lanciata a 160 all’ora su rocce grosse come lavatrici non può capire: è come vedere un T-Rex fare parkour. Ma con più rumore.
🏍️ LE MOTO NON VOLANO. SCIVOLANO SULL’ABISSO
Tra due ruote e zero scuse, è Lynn a strappare il manubrio dalle mani della concorrenza.
Su un tracciato che ti trita i polsi, spacca le vertebre e ti trasforma le mani in frittelle, lei danza.
🔧 Ogni curva è un pugno nello stomaco, ogni rettilineo è una promessa di morte o di immortalità.
Niente ABS, niente controlli elettronici: solo tu, il motore e l’eco della tua anima che urla sotto il casco.
🧠 IL PERCORSO? UN’OPERA D’ARTE DIABOLICA
Chi ha disegnato questo tracciato dovrebbe essere studiato nei libri di psicologia criminale.
Tra canyon tagliati a colpi di machete, guadi infestati da rottami, salti da far impallidire il Supercross, e dune che sembrano rubate a Mad Max – la Baja 500 2025 è stata un omaggio alla follia meccanica.
📍 Il GPS? Ti fa solo capire dove morirai.
📍 Le bandelle? Un consiglio vago, non un obbligo.
📍 I punti ristoro? Acqua calda, polvere e occhiate sconsolate.
🧨 208 FOLLI. 1 SOLO SCOPO: SOPRAVVIVERE
Sono partiti in 208. Meccanici, sognatori, pazzi con la patente. Alcuni con team ufficiali, altri con camion rattoppati con fascette e bestemmie.
Ogni partenza è stata una dichiarazione di guerra al buon senso.
🎥 Il via ufficiale? Foto ricordo e pacchetto “omaggi tipici della Carnia” (sì, lo sappiamo, quello è un altro evento ma ci piace l’idea di farlo sembrare gentile prima della mattanza).
Poi si parte. Uno ogni 30 secondi. Il silenzio della Baja si rompe. E non si richiude per 16 ore.
🧱 LA BAJA TI COSTRUISCE… O TI DEMOLISCE
C’è chi è arrivato, chi è rotolato, chi ha parcheggiato nel letto secco di un fiume e ci ha dormito sopra.
Perché la Baja non è solo corsa: è trasformazione.
Ti prende pilota e ti restituisce… qualcos’altro. Forse una leggenda, forse un rottame.
🩻 “Quanti ammortizzatori hai cambiato?”
🛠️ “Quanti ne avevo.”
I team migliori? Quelli con il cervello caldo, le mani veloci e le unghie piene di grasso. Quelli che ridono solo quando vedono passare un elicottero.
🩸 CONCLUSIONE – BAJA NON SI VINCE. SI SOPPORTA.
La Baja 500 non è per vincitori. È per sopravvissuti.
Per quelli che tornano a casa con la sabbia nei denti e gli occhi pieni di polvere e gloria.
⚠️ E se ti chiedi se ne vale la pena, la risposta è una sola: “Sì, se hai le palle. No, se hai il cervello.”
Prossima fermata? La Baja 1000.
Ma prima… fai cambiare l’olio al coraggio.
🛻💥
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