Ci sono luoghi che sembrano nati per connettere passato e futuro, storia e cosmo, uomini e dei.
La Tomba del Gigante di Is Concias, immersa nei boschi di Quartucciu ai piedi dei monti dei Sette Fratelli, รจ uno di questi.
Un sito archeologico nuragico che affonda le radici nella preistoria sarda e che, ancora oggi, custodisce mistero e sacralitร .
Ho avuto la fortuna di visitarlo in occasione di una serata speciale: un evento astronomico organizzato con il Professor Manuel Floris, astrofisico e responsabile scientifico del Planetario de LโUnione Sarda.
Una notte in cui storia e cielo si sono incontrati, regalandoci emozioni difficili da descrivere.
Le Tombe dei Giganti: monumenti nuragici unici al mondo ๐ฟ
Prima di raccontare lโesperienza vissuta, รจ importante capire cosa siano le Tombe dei Giganti.
Funzione e significato
Si tratta di monumenti funerari collettivi tipici della civiltร nuragica (XVIIIโVIII secolo a.C.), diffusi in tutta la Sardegna.
Non erano tombe per singoli individui, ma luoghi comunitari, dove venivano sepolti gli abitanti di un villaggio.
Oltre al valore funerario, avevano anche una funzione rituale e spirituale: qui si celebravano cerimonie legate al culto degli antenati e ai cicli della natura.
Struttura
Le Tombe dei Giganti sono facilmente riconoscibili:
- una facciata a esedra, cioรจ semicircolare, delimitata da lastre di pietra infisse verticalmente;
- una stele centrale, spesso imponente, che rappresentava la porta simbolica tra il mondo dei vivi e quello dei morti;
- un corridoio funerario allungato, coperto da lastroni di pietra, dove venivano deposti i defunti.
Il nome โGigantiโ
Non รจ un termine archeologico, ma popolare: i sardi, impressionati dalle dimensioni di queste tombe, credevano che fossero sepolture di esseri giganteschi.
In realtร , erano il cuore spirituale della comunitร nuragica, luoghi di incontro tra uomini, natura e divinitร .
La Tomba di Is Concias โ Una delle meglio conservate ๐ฟ
La Tomba del Gigante di Is Concias (chiamata anche Sa Domโe sโOrcu, โla casa dellโorcoโ) si trova a circa 20 km da Cagliari, sulle pendici del monte Arbu, in una zona ricca di boschi e sorgenti.
La struttura
La tomba รจ lunga circa 12 metri e larga oltre 6, con unโesedra semicircolare formata da grandi lastre di granito.
La stele centrale รจ alta piรน di 2 metri e presenta ancora lโapertura simbolica verso il corridoio funerario.
Lo stato di conservazione รจ eccellente: visitandola si ha davvero la sensazione di fare un salto indietro di tremila anni.
Atmosfera
Lโambiente intorno รจ silenzioso, circondato dal verde. Ci si sente lontani dalla modernitร , immersi in un tempo sospeso.
Quando ci sono arrivato, al tramonto, la luce calda del sole accarezzava le pietre antiche, e ho avuto la sensazione che il luogo fosse ancora โvivoโ, impregnato di energie invisibili.
Una serata sotto le stelle con Manuel Floris ๐๐ญ
Quella che ho vissuto qui non รจ stata una semplice visita archeologica, ma una serata magica dedicata allโastronomia.
Il contesto
Con il Professor Manuel Floris, astrofisico e divulgatore, abbiamo partecipato a un incontro che univa archeologia e cielo stellato.
Un telescopio Celestron era stato posizionato vicino al sito, pronto ad aprirci le porte dellโuniverso.
Lโosservazione
Abbiamo avuto modo di osservare:
- ammassi di stelle, piccoli gruppi luminosi che brillavano come gioielli nel nero della notte;
- la Via Lattea, chiarissima in una notte senza inquinamento luminoso;
- e soprattutto il pianeta Saturno, con i suoi anelli ben visibili, che ci ha lasciato tutti senza parole.
Guardare Saturno da un luogo costruito tremila anni fa รจ stato un momento che mi ha emozionato profondamente.
Era come se i nuragici stessi, migliaia di anni fa, avessero alzato lo sguardo verso lo stesso cielo, chiedendosi quale fosse il senso di quelle luci lontane.
Emozioni personali
Sdraiato sullโerba, accanto a quelle pietre antiche, mi sono sentito minuscolo e allo stesso tempo parte di qualcosa di infinito: la storia dellโuomo e quella del cosmo che si intrecciano.
Archeoastronomia in Sardegna ๐
Lโesperienza a Is Concias fa riflettere sul legame tra i siti nuragici e le stelle.
Molti archeologi e studiosi di archeoastronomia ritengono che alcune tombe dei giganti fossero orientate secondo precisi allineamenti celesti, legati al sole e alle costellazioni.
La Sardegna, del resto, รจ una terra dove il cielo รจ sempre stato parte integrante della vita: i nuragici osservavano i cicli delle stagioni, regolavano le semine, celebravano riti.
Visitare un sito come Is Concias di notte, con un telescopio puntato verso Saturno, รจ come riconnettersi a quella tradizione antica, rivivendola con gli strumenti della scienza moderna.
Perchรฉ visitare la Tomba del Gigante di Is Concias ๐
- Storia: รจ uno dei siti nuragici meglio conservati e piรน suggestivi della Sardegna meridionale.
- Atmosfera: il contesto naturale lo rende un luogo carico di magia.
- Eventi speciali: partecipare a serate astronomiche qui significa vivere unโesperienza unica al mondo.
- Accessibilitร : si raggiunge facilmente da Cagliari, con un breve percorso a piedi dal parcheggio.
Consigli pratici ๐
- Come arrivare: da Cagliari si percorre la SS125 verso i monti dei Sette Fratelli; la tomba si raggiunge con un sentiero ben segnalato.
- Periodo ideale: primavera e autunno, quando la natura intorno รจ verde e il clima piacevole.
- Cosa portare: scarpe comode, acqua e, se partecipi a un evento notturno, una torcia e un telo per sdraiarti.
- Rispetto: ricorda che รจ un sito archeologico fragile, non arrampicarti sulle pietre nรฉ lasciare rifiuti.
Emozioni finali โจ
La serata alla Tomba del Gigante di Is Concias รจ stata uno dei momenti piรน intensi della mia vacanza in Sardegna.
Camminare tra pietre che raccontano storie di tremila anni fa e, subito dopo, osservare Saturno attraverso un telescopio moderno รจ stata unโesperienza che mi ha fatto sentire parte di una linea continua: dal passato remoto al futuro infinito.
Ho lasciato Is Concias con un pensiero forte: i nuragici, come noi, guardavano il cielo. Non avevano i nostri strumenti, ma la stessa meraviglia.
E questa meraviglia รจ ciรฒ che ancora oggi, sotto le stelle, ci rende umani.












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