Agosto in Ungheria non perdona. Il termometro oltre i 40 gradi, l’asfalto che frigge, la polvere che ti secca la gola prima ancora di stringere il casco. Questo è stato il clima brutale che ha fatto da cornice all’Hungarian Baja 2025, andata in scena dal 15 al 17 agosto nell’area militare di Veszprém e con quartier generale a Várpalota, dominata dal castello di Thury. Uno scenario medievale che guarda dall’alto una gara che ha di cavalleresco solo l’apparenza: in realtà qui è guerra, tra sassi, sabbia e meccanica portata all’estremo.
La corsa era valida sia per il Campionato Europeo FIA Bajas sia per il campionato ungherese: oltre 70 equipaggi hanno accettato la sfida, pronti a ribaltarsi letteralmente nella polvere magiara.
Programma: dall’anticamera del caos al forno del sabato 🌡️
Il copione è sempre lo stesso, ma ogni anno la Baja ungherese riesce a trasformarlo in qualcosa di imprevedibile:
- Venerdì: verifiche, shakedown con i primi problemi (e i primi cappottamenti), prologo da 11 km e prima speciale da 49 km corsa quasi al buio, con fari che tagliavano la calura come lame nel burro.
- Sabato: due lunghe speciali da 135 km ciascuna, vere maratone di resistenza in cui il caldo ha piegato non solo i piloti, ma anche freni, motori e gomme.
Totale: circa 390 km tra speciali e trasferimenti, un mix che ha fatto selezione durissima.
La gara: sorprese, ritiri e camion da paura 🚛💨
Gli oltre 70 iscritti non hanno avuto vita facile. Già dal venerdì sera alcuni protagonisti hanno salutato la compagnia per ribaltamenti spettacolari o cedimenti meccanici. Nessun italiano al via quest’anno, ma la griglia era comunque internazionale e agguerrita.
Il terreno, sabbioso e traditore, ha mietuto vittime illustri: chi cercava grip trovava invece un pantano di polvere secca, chi spingeva troppo finiva insabbiato. L’elemento spettacolare è stato senza dubbio la presenza dei camion, che hanno seminato terrore e adrenalina passando dopo auto ed SSV. Sentirli arrivare significava una sola cosa: scappare dalla traiettoria o farsi travolgere da un muro di terra e rumore.
Il clima: il vero avversario 🌞
Se il percorso era impegnativo, il caldo è stato letale. Mai, nella storia dell’Hungarian Baja, si erano registrate temperature così alte. Piloti e navigatori hanno combattuto non solo contro il cronometro, ma contro la disidratazione, le cabine trasformate in saune e l’asfalto che odorava di gomma fusa.
Organizzazione e ringraziamenti 🙌
Nonostante le difficoltà logistiche, l’organizzazione ha retto l’urto: percorso ben disegnato, sicurezza garantita e pubblico presente nonostante la calura. Da sottolineare il supporto della Fondazione Baja Hungary e di tutti i volontari che hanno reso possibile questo spettacolo.
Un ringraziamento speciale va anche a chi ci ha raccontato la gara dall’interno: Martina, Maria e Alex Puppat, che ci hanno trasmesso emozioni e dettagli direttamente dal cuore dell’azione.
Conclusione: l’Ungheria non perdona ⚔️
Questa Baja non sarà ricordata solo per i chilometri o per i vincitori, ma per il forno a cielo aperto che ha trasformato Veszprém in una prova di sopravvivenza. L’Hungarian Baja 2025 ha insegnato che qui non basta avere cavalli e sospensioni, serve resistenza umana: chi ha vinto ha battuto prima il sole, poi gli avversari.


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