L’ipotesi di un ritorno alla massima categoria dell’Endurance
L’appetito vien mangiando, e Ford sembra pronta a puntare più in alto nel mondo dell’Endurance. Dopo l’introduzione della Mustang GT3, avvenuta lo scorso anno prima nell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship con il supporto di Multimatic Motorsports, e successivamente nel FIA WEC grazie al team Proton Competition, la casa americana pare intenzionata a fare il grande salto nella categoria regina con un prototipo LMDh. Il debutto della Mustang GT3 alla 24 Ore di Le Mans ha fruttato un podio nella classe LMGT3, segno che l’impegno di Ford nell’Endurance sta dando frutti concreti.
Secondo le indiscrezioni circolate nel paddock della 24 Ore di Daytona, Ford starebbe valutando seriamente la possibilità di sviluppare un prototipo LMDh per competere per la vittoria assoluta. La casa di Detroit è in trattative con diversi costruttori di telai e potenziali team partner, segno che il progetto è già in fase avanzata di valutazione.
La scelta del telaio: Dallara, Ligier, Oreca o Multimatic?
Uno degli aspetti chiave nello sviluppo di una vettura LMDh riguarda la scelta del telaio, che deve essere basato su uno dei quattro fornitori approvati dalla FIA e dall’IMSA: Dallara, Ligier, Oreca e Multimatic. Proprio quest’ultimo, che ha già collaborato con Ford per la Mustang GT3 e la Ford GT LMGTE, potrebbe essere il candidato ideale per il progetto.
Multimatic ha maturato una solida esperienza nella categoria, essendo il fornitore del telaio della Porsche 963 LMDh, una delle vetture di riferimento nel panorama Endurance. La sinergia tra Ford e Multimatic potrebbe dunque rappresentare una solida base per la creazione di un prototipo competitivo, sfruttando le competenze dell’azienda anglo-canadese nella progettazione di vetture da competizione ad alte prestazioni.
Il powertrain: quale motore per il prototipo Ford LMDh?
I regolamenti LMDh prevedono l’adozione di un sistema ibrido con una potenza massima di 670 CV (500 kW), combinando un motore a combustione interna con un sistema di recupero di energia standard fornito da Bosch. Le case automobilistiche attualmente coinvolte hanno optato per diverse configurazioni motoristiche:
- Acura e Alpine: V6 turbo montati su telaio Oreca.
- BMW, Lamborghini e Porsche: V8 biturbo.
Per quanto riguarda Ford, le opzioni sul tavolo sono principalmente due:
- Il V8 Coyote da 5.4 litri, già in uso sulla Mustang GT3, un propulsore potente e affidabile con un sound caratteristico che potrebbe adattarsi bene ai requisiti della categoria.
- Il V6 EcoBoost biturbo, utilizzato con successo sulla Ford GT LMGTE nelle precedenti edizioni del WEC e di Le Mans, garantendo un ottimo bilanciamento tra potenza ed efficienza.
La scelta del propulsore sarà cruciale per determinare la competitività della vettura, e Ford dovrà valutare attentamente quale soluzione possa offrire il miglior compromesso tra prestazioni, affidabilità e consumi.
L’eredità di Ford nelle competizioni Endurance
Ford vanta una storia gloriosa nelle competizioni di durata, iniziata con il leggendario programma GT40 negli anni ’60. La GT40 dominò la 24 Ore di Le Mans per quattro anni consecutivi, dal 1966 al 1969, scrivendo pagine indelebili nella storia dell’automobilismo sportivo.
Negli anni ’80 e ’90, Ford ha sperimentato diverse soluzioni tecnologiche, con la Mustang GTP e la Ford Probe GTP, modelli all’avanguardia che hanno introdotto l’uso della fibra di carbonio nei telai. Anche se la casa americana ha poi ridotto il suo impegno diretto nella costruzione di prototipi, i suoi motori V8 hanno continuato a essere protagonisti nelle competizioni Endurance, in particolare nelle serie IMSA e Grand-Am.
Dal 2016 al 2019, Ford ha fatto un clamoroso ritorno sulla scena Endurance con la Ford GT, conquistando la vittoria nella classe LMGTE-Pro alla 24 Ore di Le Mans 2016 e dominando la scena americana con successi nelle 24 Ore di Daytona nel 2017 e 2018.
Obiettivi e strategie per il futuro
La decisione di Ford di entrare nella categoria LMDh dipenderà da una serie di fattori strategici, tra cui il ritorno sull’investimento e la visibilità del marchio. Il WEC e l’IMSA offrono un’importante piattaforma di marketing globale, con eventi iconici come la 24 Ore di Le Mans e la Rolex 24 di Daytona che attraggono milioni di spettatori in tutto il mondo.
Se Ford dovesse confermare il programma LMDh, il debutto potrebbe avvenire nel 2027, dando alla casa americana il tempo necessario per sviluppare una vettura competitiva in grado di sfidare avversari del calibro di Toyota, Ferrari, Porsche e Cadillac.
Inoltre, l’impegno in LMDh potrebbe rappresentare un’importante opportunità per Ford di dimostrare il proprio know-how tecnologico nell’ambito delle propulsioni ibride, allineandosi agli obiettivi di sostenibilità e innovazione dell’industria automobilistica.
Le sfide del progetto LMDh
Nonostante le grandi opportunità, il progetto LMDh di Ford presenta alcune sfide significative. La concorrenza è estremamente agguerrita, con costruttori di alto livello già presenti nella categoria. La necessità di sviluppare una vettura altamente competitiva richiede investimenti ingenti, sia in termini di ricerca e sviluppo che di operazioni logistiche.
Un altro aspetto da considerare è la scelta del team partner. Ford dovrà selezionare una squadra con esperienza nella gestione di programmi Endurance di alto livello, per massimizzare il potenziale del progetto e ottenere risultati concreti sin dalle prime stagioni.
Conclusione
Al momento, i vertici Ford non hanno ancora confermato ufficialmente il programma LMDh, ma il crescente interesse e le indiscrezioni provenienti dal paddock suggeriscono che la casa dell’Ovale Blu potrebbe presto annunciare il suo ritorno nella classe regina dell’Endurance. Se il progetto dovesse concretizzarsi, Ford potrebbe diventare una delle protagoniste del WEC e dell’IMSA nei prossimi anni, riaffermando il proprio DNA vincente nelle corse di durata.
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