Viaggio nel cuore del Friuli: silenziosa, comoda, elettrica. Peccato per le ricariche da Medioevo.
📍 Cividale del Friuli – Patrimonio UNESCO, culla longobarda, strade lastricate da cui il tempo sembra non voler passare. Ma noi ci siamo arrivati in silenzio, senza scoppiettii da cavalli o fumo da mille barili. A portarci lì? La Citroën ë-C4, compagna silenziosa ma non certo priva di personalità.
⚙️ Citroën ë-C4: tra spazio da ammiraglia e batteria da… meditazione
Lunga 4,36 metri, larga 1,81, alta 1,53: roba da famiglia numerosa, da gite con bagagli e sogni al seguito. Dentro, sembra un salotto francese: materiali curati, vani ovunque, comandi intuitivi, e uno schermo touch che sembra fatto apposta per dire: “Lo uso anche io, mica solo il guidatore.”
Il motore? 100 kW (136 CV). La coppia? 260 Nm subito disponibili. La batteria? Una 50 kWh agli ioni di litio che, a detta del costruttore, ti porta lontano. Sulla carta. Perché nella realtà friulana, tra salite e “soste gelato”, l’autonomia dichiarata è un racconto di fantasia epica.
🛣️ Guida da monaco, sprint da diavolo
Tre modalità:
- Eco per chi ama la guida zen e vuole arrivare a destinazione con calma olimpica
- Normale per i realisti del mondo
- Sport per chi vuole bruciare semafori e chilometri come se ci fosse ancora la benzina a 1,20 €/litro
Ovviamente, cambia tutto: prestazioni, piacere e… autonomia, che cala più in fretta di un calice di vino a un banchetto medievale.
🏰 Cividale del Friuli: colonnine a parte, un sogno
Dopo un po’ di autostrada a passo felpato, eccoci: Cividale, gioiello tra i monti, dal 2011 sito UNESCO grazie alle sue radici longobarde.
Il primo obiettivo? No, non il Museo Archeologico o il Ponte del Diavolo (anche se ci siamo passati). Il primo obiettivo era trovare una colonnina elettrica funzionante. Spoiler: non è stato più facile che trovare la tomba di Re Alboino.
Ma una volta parcheggiata la nostra ë-C4 tra i ciottoli medievali – il contrasto era sublime – ci siamo dedicati al bello. A piedi, ovviamente, perché il centro è pedonale, e con buona ragione.
Musei, storia, fresco all’ombra degli edifici antichi e un gelato degno di un re longobardo. Intanto la nostra Citroën ricaricava lentamente le sue batterie. Non completamente, ma abbastanza da portarci verso la prossima meta: Sacile, piccola perla della provincia di Pordenone.
🌇 Sacile: bellezza inattesa, autonomia calcolata
Sacile ci ha accolto con la sua eleganza da piccola Venezia sull’acqua, tra palazzi riflessi e scorci da cartolina. La ë-C4 ci è arrivata con eleganza, quasi a voler essere all’altezza del contesto.
La guida tra strade urbane, colline, statali e parcheggi scomodi è stata fluida, rilassante, quasi divertente. L’auto c’è. Quello che manca? Le infrastrutture.
⚡ Colonnine vs Longobardi: vince il Medioevo
Perché la verità è semplice: la Citroën ë-C4 è un’ottima elettrica, ma in Italia, fuori dalle grandi città, le colonnine sono il vero collo di bottiglia.
Maledettamente poche, spesso guaste, mal segnalate, o peggio: occupate da chi “deve solo fare un salto in farmacia” da 45 minuti.
📊 Conclusione: se ci fossero più ricariche, sarebbe un capolavoro
✔️ Comfort e spazio da berlina di classe
✔️ Guida fluida, modalità multiple, comandi intuitivi
✔️ Design pulito, elegante, ma non banale
❌ Autonomia reale lontana da quella promessa
❌ Ricarica difficile per colpa di un Paese ancora troppo lento
La Citroën ë-C4 è perfetta per chi ama viaggiare slow, godersi i luoghi, avere stile senza urlare.
Ma se hai fretta… o ti porti un powerbank da 400 kWh o rimani a chiacchierare con i Longobardi. 😅



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